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Cosa devi sapere sui tessuti prima di andare a fare shopping

Lo so, è un articolo un po’ tecnico. Ho cercato di semplificare il più possibile ma di darti tutte le informazioni utili per poter fare uno shopping consapevole a livello di qualità delle fibre. Queste informazioni di certo non le troverai mai nelle pubblicità dei grandi marchi di distribuzione!

Per poter iniziare a parlare di tessuti e delle loro caratteristiche, di come nascono e di quale effetto hanno sul nostro corpo e sull’ambiente è necessario fare una prima grande distinzione, esistono tre macro-categorie di tessuti:

  • tessuti NATURALI
  • tessuti ARTIFICIALI
  • tessuti SINTETICI

Tessuti naturali

Sono tutti quei tessuti le cui fibre vengono ricavate da materie prime naturali, sia di origine vegetale come il cotone sia di origine animale come la lana. Il procedimento è di tipo meccanico (cardatura, filatura, etc.) per ottenere la fibra finale. Non interviene in alcun modo la chimica se non in un’eventuale fase di tintura.

Tessuti artificiali

Sono tessuti la cui materia prima di partenza è di origine naturale, vegetale o no, ma che necessitano di un passaggio industriale per ottenere la fibra. La materia prima, che varia da tessuto a tessuto (faggio per il modal, eucalipto per il lyocell, alghe per il seacell,etc.) viene trattata e processata chimicamente per poterne ricavare una fibra da essere lavorata e tessuta.

Tessuti sintetici

Sono tessuti che non hanno origine naturale ma sono ricavati dalla lavorazione del petrolio come naylon e poliestere. Di fatto sono delle plastiche. Si producono dei micropallini di plastica che vengono riscaldati e infilati in un macchinario con microfori da cui esce il filato. Ovviamente è diversa la lavorazione in base all’effetto che si vuole ottenere per la fibra sintetica. Ad esempio se si vuole una fibra sottile che imiti la seta per le camicette o se si vuole la fibra per creare un pile o un impermeabile.  

Cosa cambia in tutto questo?

Ovviamente cambia la performance del tessuto sotto ogni punto di vista, dalla lavorazione alla resa ma, cosa più importante, cambia la reazione del nostro corpo quando entra in contatto con il tessuto. L’utilizzo delle fibre sintetiche rende molto semplice il lavoro delle grandi industrie perché con una spesa minima si può ottenere un grandissimo risultato in termini estetici. Con il poliestere e simili si può realizzare praticamente ogni capo del guardaroba, da calzini e slip a cappotti e pellicce, passando per top, gonne pantaloni e chi più ne ha più ne metta… il problema è che questi capi sono fortemente inquinanti lungo tutta la loro filiera, richiedono numerosissimi lavaggi (eh già perché prendono immediatamente un cattivo odore anche solo dopo un parziale utilizzo) per non parlare della fine che fanno quando non vengono più utilizzati. Altra grande nota dolente: non scaldano in inverno e fanno fare la sauna in estate. Una fibra perfetta da indossare insomma.

Quando è utile usare il poliestere?

Secondo il mio pensiero la plastica è davvero utile in alcuni rari casi, ossia quando si parla di capi impermeabili che siano pensati per la pioggia o altre esigenze come spugne sanitarie, assorbenti lavabili, pannolini lavabili, coppette per il latte o wetbag per ogni situazione. Anche qui però si possono fare delle scelte. Un’ottima idea è quella di usare tessuti derivati dal riciclo di altri oggetti/capi. In questo modo possiamo comunque cercare di ridurre l’impatto ambientale.

Quindi con cosa mi vesto?

Cercare capi realizzati in sole fibre naturali o artificiali è la soluzione per stare bene. Non solo evitiamo inutili allergie e pruriti ma qui entra in gioco il discorso della termoregolazione. Per far si che le proprietà di ogni singolo tessuto non vengano alterate controlla l’etichetta: la fibra pura è l’ottimale ma in alcuni casi la troverai per forza mischiata con l’elastan. L’elastan non deve superare il 6-7% 

Da oggi prendi una nuova abitudine, se non ce l’hai ancora: quando vai a fare shopping guarda sempre l’etichetta della composizione. L’occhio e il tatto possono rimanere ingannati ma l’etichetta non mente! Perché quando nelle pubblicità senti “capo con cashmir” fai attenzione: la percentuale di questa fibra può essere del solo 7%!!