La mia è una storia di una bambina che a otto anni si ritrova ad essere in sovrappeso e, da un giorno all’altro, passa dall’essere spensierata a ricoprirsi di sensi di colpa e vergogna per quel corpo che, così giovane, già non sente più suo e le porta innumerevoli disagi.
Dalle prese in giro dei compagnetti di scuola, al continuo confronto con le amichette che invece non hanno quel pensiero lì e non capisci perché tu si e loro no, alla vergogna di mettersi in costume da bagno e di andare a comprare vestiti perché a otto anni devi prendere la taglia 14 o 16 anni o se no devi proprio cambiare negozio in quanto “qui vestiamo solo fino ai 16 anni, dopo iniziano le taglie da donna”.
È lì che mette le radici il mio attuale viaggio nel mondo dell’abbigliamento. Questo disagio di un corpo che non corrisponde ai canoni estetici proposti, che per tanto tempo ho odiato e cercato di combattere lo conosco fin troppo bene. Me lo sono portato dietro per tutta l’adolescenza (e qualche volta torna fuori anche oggi), benché riguardandomi ora cosa non darei per riavere il corpo dei miei 16 anni che in verità era perfetto così com’era!
Ma si sa, la mente gioca brutti scherzi e questi pensieri di inadeguatezza e fragilità tipici di quell’età, alimentati da stereotipi e aspettative irraggiungibili, ti fanno vivere proprio male… in più io facevo danza, danza classica, che prevede ore e ore passate davanti allo specchio in body e collant, che non risparmiano niente e nessuno e che, nonostante tutti i tuoi sforzi, ti mostrano che contro alla tua genetica non ci puoi andare, se non ci nasci con determinate caratteristiche non le puoi avere, dalla mia tanto agognata pancia piatta al famoso collo del piede adorato dalle ballerine…
Arrivano i 20 anni e con loro 10 kg in più. Così dal niente. Una doccia gelata. Questa è stata la mazzata finale che però mi ha fatta rinsavire.
Qui ho iniziato il mio percorso che va avanti ancora oggi, a capire che va bene così. Che i corpi sono tutti belli. Che anche chi rientra alla perfezione nel canone estetico di questa epoca a volte si vede brutta. Che l’accettazione è quello che ti fa vivere serena e felice, e quando sei serena e felice possiedi la miglior bellezza che esista! Che è NATURALE che i corpi siano tutti diversi tra loro. È NATURALE che i corpi cambino così come cambiano le nostre idee, i nostri gusti e le nostre priorità. È considerato normale e giusto cambiare idea, perché non è considerato così anche il corpo?
Così lasciata la danza e quel mondo che non mi apparteneva più, mi sono iscritta ad una scuola di cucito per imparare a confezionare da sola i miei abiti. Per vestire come dicevo io il mio corpo. È vero che anche nel cucito ci sono specchio e misurazioni ma vi assicuro che prendono tutto un altro sapore!
Copyright © 2022 Roberta Cinti
| Testi: Federica Ometti | sito web: Alessandra Clerle | Fotografie: Valentina Dionigi